Lo Stalking è considerato un comportamento intenzionale e persistente con finalità di molestia nei confronti di un’altra persona. Le molestie possono consistere in continue ricerche di contatto (via telefonica, internet, postale) e anche in corteggiamenti ossessivi e minacciosi. Nelle fasi iniziali, la persona oggetto di attenzioni può non rendersi conto della condotta intrusiva e patologica dello stalker, e talvolta può anche capitare che la vittima di tali comportamenti sia addirittura sconosciuta al molestatore.
In risposta all’esperienza vissuta e in base alla personalità, alle capacità reattive e ad altri fattori psicologici, le vittime possono manifestare sintomi legati ad ansia, depressione, sintomi fobici e somatici che possono arrivare ad inficiare le normali attività quotidiane come lo studio, il lavoro, la vita affettiva e familiare.
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I progetti basati sulla creatività e sull’uso delle arti terapie in ambito carcerario sono gradualmente aumentati poiché nel corso degli anni se ne sono apprezzati i risultati e i miglioramenti sulle dinamiche personali di chi è inserito in questi percorsi e sull’impatto sociale di alcuni reati.
Gli strumenti artistici sono ormai diffusi anche nell’ambito penitenziario italiano, dove si sono consolidate esperienze molto importanti a livello nazionale come ad esempio il teatro di Volterra e Rebibbia, realtà rappresentative dell’uso delle tecniche teatrali come strumenti educativi e riabilitativi per i detenuti. Nel corso degli anni sono stati progressivamente attivati tantissimi laboratori e progetti presso istituti penitenziari maschili, femminili e minorili.
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