-
di Daniela Abbrescia
I progetti che si svolgono in carcere costituiscono una delle forme espressive e riabilitative più diffuse per intervenire sulle persone in stato di detenzione. Nell’ambito penale minorile in particolare, le attività creative appaiono una via privilegiata e quasi esclusiva per entrare in contatto emotivo con i ragazzi detenuti e per favorire la loro rielaborazione cognitiva, sociale e affettiva rispetto alla propria vita e ai reati di cui si sono resi protagonisti.
-
di Daniela Abbrescia
Le tecniche creative sono ampiamente utilizzate per facilitare la partecipazione e la condivisione personale in vari ambiti. Tra tutti, in quello della formazione è dato sempre più spazio alla creatività, considerata un ottimo facilitatore del processo di apprendimento.
Un esempio delle opportunità che è possibile realizzare partendo da questi concetti è il training “Oops, mi è caduta l’etichetta” (titolo originale “Oops my label has fallen off”), recentemente proposto a Bari all’interno di un corso di formazione per operatori che lavorano con pazienti videolesi e pluriminorati.
-
Recensione di Daniela Abbrescia
Presentato al Bifest di Bari lo scorso 19 marzo, dal giovane regista Francesco Cordio, “lo stato della follia” rappresenta una forma di denuncia sociale ma anche politica sulle condizioni degli ospedali psichiatrici giudiziari in Italia. Immagini forti, che narrano una situazione di vita, o piuttosto di sopravvivenza, all’interno di luoghi che non sembrano avere alcuna finalità terapeutica o riabilitativa.
La trama è intrecciata su due piani: uno racconta l’esperienza di un attore all’interno di un OPG, l’altro è più aderente all’esigenza di documentare e far emergere le storie personali dei detenuti.
-
di Daniela Abbrescia e Gaia Miletic
La Rivista Nuoveartiterapie, ormai da tempo, si pone come obiettivo quello di raccogliere e mettere a confronto diverse voci; teoriche, pratiche, scientifiche e divulgative, sull’arteterapia in Italia e all’estero.
Il convegno “Le trame dello sguardo- Arte Terapia tra percezione ed espressione. Le immagini, il video e la fotografia nella relazione di aiuto” si è svolto a Roma il 16 novembre 2013. Ormai alla sua quarta edizione, rappresenta un’occasione di scambio per tutti quei professionisti che si occupano, nei campi più diversi, di relazione d’aiuto avvalendosi dello strumento del mediatore artistico. L’obiettivo è anche quello di stimolare nuove riflessioni e connessioni sia in campo teorico che a livello di applicazioni pratiche.
-
di Daniela Abbrescia
Salvatore Iaconesi è un creativo, artista e docente cui è stato diagnosticato un tumore al cervello.
Da questo sconvolgente momento, ha pensato di gestire la sua malattia in modo un po’ diverso dal solito. La domanda di partenza è stata la seguente: se i dati clinici dei pazienti cui è diagnosticata una malattia grave fossero disponibili e dunque confrontabili, si potrebbe avere qualche speranza in più per sopravvivere? E i medici e i ricercatori trarrebbero beneficio dal possesso di tutte queste informazioni?
L’artista ha sfidato il quesito decidendo di condividere online tutto l’iter della sua malattia. Soprattutto attraverso immagini e video di vario genere e con diverse finalità.
-
di Daniela Abbrescia
Quando un bambino sperimenta la perdita di una persona cara, può provare alcune reazioni normali quali: paura per la propria sopravvivenza, ansia di separazione, problemi a formare nuovi legami emotivi, dispiacere, rabbia, senso di colpa, depressione e disperazione, problemi con l’immagine di sé, pessimismo e senso d’inutilità. Spesso, la separazione traumatica porta a sviluppare la paura di allontanarsi dall’adulto, che spesso si trasforma in forte ansia.
Citando Worden, ricercatore esperto nell’ambito della psicologia infantile legata al lutto:
“la consapevolezza del mondo fisico e sociale che un individuo possiede, si ottiene attraverso la verifica della realtà, e per un bambino piccolo che non è in grado di compiere quest’atto da solo, è difficile comprendere la realtà della perdita. Per aiutare i bambini a stare meglio, è necessario fornire spiegazioni compatibili con l’età, e parlare in modo che essi possano comprendere i contenuti”.
-
di Daniela Abbrescia
A MEMORIA D’UOMO è l’iniziativa che nel 2010 porta, per la prima volta porta nel sud Italia, precisamente a Bari, nello spazio tuttora chiuso della Mediateca Regionale, un evento di scala internazionale come l’Home Movie Day – Giornata del Film di Famiglia, grazie al sostegno di Home Movies – Archivio Nazionale del Cinema di Famiglia con sede a Bologna. Insieme a questo partner convergono in questa iniziativa diversi contributi sia di associazioni regionali sia di istituzioni già sorte nel resto del paese, quali la Banca della Memoria MEMORO di Torino, la Mediateca delle Marche, la Mediateca Provinciale di Matera e altre ancora. L’associazione proponente (la TRANSTV di Bari) ha infatti messo in atto una rete che nell’aprile 2010 si incontra a Lecce durante il 12° Festival del Cinema Europeo con i maggiori istituti di conservazione del cinema e dell’audiovisivo e i protagonisti della messa in rete e digitalizzazione di contenuti mass mediali. In questa cornice si colloca l’interesse per il cinema a passo ridotto.
-
di Daniela Abbrescia
Grace Brown, studentessa americana della School of Visual Art di New York ha realizzato il progetto fotografico “Unbreakable”, rivolto a vittime di molestie e violenza sessuale.
La ragazza, anche in seguito a un’esperienza personale, ha maturato la convinzione che una grande percentuale di abusatori non è mai denunciata né trascorre dei giorni in carcere.
L’idea principale è che durante un atto di violenza si pronunciano delle parole che costituiscono un vero e proprio trauma, una traccia che permane nella memoria di chi subisce tali atti, un ricordo che riaffiora nel corso del tempo e spesso ostacola il percorso terapeutico.
Grace ha chiesto ad alcune persone che avevano subito una violenza sessuale di scrivere su un cartello bianco, usando un pennarello nero, la frase detta più spesso dall’aggressore, che probabilmente era rimasta molto impressa. Dopo averla scritta, ciascuno si faceva fotografare mentre reggeva il cartello, qualcuno si nascondeva dietro di esso, ma tanti altri mostravano il volto scoperto.
-
di Daniela Abbrescia
Dopo il tornado avvenuto nel giugno scorso in Massachusetts (U.S.A.), che ha provocato alcuni morti e parecchi feriti, sono state proposte una serie di attività per aiutare la popolazione ad elaborare il trauma e gestire le proprie emozioni rispetto a questo terribile evento.
Patricia Hempel (Mental Health Clinician & Art Therapist presso l’Harrington Memorial Hospital) ha avviato dei corsi di arte terapia per adulti e bambini, presso la Brimfield’s Hitchcock Academy. Questo perché, come lei stessa afferma, “queste persone hanno un grande lavoro da fare, e non è tanto importante ciò che scrivono o disegnano, ma il fatto che riescano ad uscire dalla loro chiusura emotiva attraverso un’espressione artistica. Questa è la parte terapeutica”.
-
di Daniela Abbrescia
Lunedì 5 dicembre è andato in scena presso la Rotonda della Casa Circondariale di Regina Coeli lo spettacolo teatrale “24 gennaio 1944, la fuga da Regina Coeli di Sandro Pertini e Giuseppe Saragat”. L’intento della rappresentazione non si limita alla rievocazione storica di eventi ma racchiude una riflessione sulla funzione della Polizia Penitenziaria e della sua importanza nel processo di detenzione, che dovrebbe essere sempre orientato alla rieducazione.
Il ruolo degli agenti penitenziari è spesso dibattuto, e nel 2010 fu oggetto di un convegno, organizzato sempre a Regina Coeli dal Centro Studi Cappella Orsini, dal titolo “L’emergenza sanitaria nei penitenziari italiani a 18 mesi dall’entrata in vigore della legge”.